Corrispondenze dalla villeggiatura | I fumi della fornace
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CORRISPONDENZE DALLA VILLEGGIATURA

La rassegna "Corrispondenze dalla villeggiatura" è dedicata agli artisti spirito-guida dell’impianto filosofico e poetico de "I fumi della fornace". Una rassegna nata come opera di recupero e valorizzazione di eccellenze artistiche che, nel corso della propria esistenza, hanno segnato il territorio marchigiano lasciando tracce e memorie di inestimabile rilevanza, offrendo una visione altra del luogo. Omaggi che non esauriscono il biografico, ma interessati a ciò che lo evade, ai resti e alle corrispondenze inedite che lumeggiano quel che germina all’ombra. Progetti che testimoniano come la restituzione di memorie artistiche passate possa riattivare nel presente occasioni di scambio e crescita culturale che, nello spazio d’incontro creato dal festival, non restano appannaggio di élite intellettuali, ma aperte a tutta la popolazione in un’ottica comunitaria.

RUBINA GIORGI. LA SCENA DEL POSSIBILE

A cura di Valentina Lauducci

Scienza e poesia, filosofia e linguaggi, non hanno in comune un'arte di figurare il possibile? 

Rubina Giorgi

 

"La Scena del Possibile" raccoglie l’eredità di ciò che trabocca dalla pluriversa e verticale Rubina Giorgi, studiosa che ha dedicato la propria vita alla ricerca di un’idea altra dell’uomo e del mondo, oltre la sistemazione di pensieri già pensati.

Filosofa, poetessa, docente, saggista, scomparsa nel 2019, ha vissuto gli ultimi diciannove anni a Macerata, rappresentando un punto di riferimento per gli artisti del territorio, attratti dall’abissalità del suo orizzonte cosmosimbolico. 

Un omaggio che non esaurisce il biografico, ma si interessa a ciò che lo evade contro un’idea dormiente del mondo, distante dai risvegli della filosofia iniziatica rubiniana, nel segno delle "Corrispondenze dalla villeggiatura": rassegna dedicata ai roveti ardenti (agli artisti spirito-guida, ai maestri) dell’impianto filo-poetico de I Fumi della fornace. 

In mostra testimonianze della sua collaborazione con il critico teatrale G. Bartolucci e alcuni dei più importanti gruppi teatrali d’avanguardia della scena italiana (Socìetas, Il Carrozzone/Magazzini Criminali, Teatro Rebis, Sperimentale Teatro A), corrispondenze private inedite e non con figure eminenti del panorama artistico italiano (L. Saffaro, A. Tagliaferri, S. D’Ambrosio, E. Grasso, D. Brancale, F. Ermini, A. Fazzini et al.) e pubblicazioni filosofiche sull' "arte di figurare il possibile" attraverso la potenza del Symbolon: fonte sorgiva in eccedenza, figura fondativa e di scambio. 

Il concetto del possibile contribuisce ad ampliare le possibilità stesse del dispositivo artistico, teatrale e immaginativo de I Fumi della fornace, come un qualcosa che incide, segna il mondo e lo fa nuovo di volta in volta. Una mostra e una festa come luoghi di un apprendimento continuo, per chi viene in visita e per chi vi opera.

Si ringrazia, per il reperimento dei materiali e per la loro concessione, Alessandro Tesauro (Rubina Giorgi Archive), Andrea Fazzini (Teatro Rebis), Allí Caracciolo e Maria Novella Gobbi (Sperimentale Teatro A), Domenico Brancale, Elio Grasso, Giorgiomaria Cornelio; per il manifesto Nicola Tirabasso; per il progetto grafico dei materiali in mostra e per l’allestimento Sara Durgali; infine, per la stampa, le Grafiche Fioroni.

Dolores Prato è stata una delle più felici e feconde scrittrici di forme brevi del Secondo Novecento, come dimostrano le smaglianti schede linguistiche incluse nel postumo libro Le Ore, il racconto edito in vita Scottature, il libro con i suoi Sogni ma anche alcuni meno noti progetti di racconti e di libri d’aforismi e di frammenti narrativi che la stessa autrice definisce tali e che imperiosamente chiede di non leggere come sfogo, diario intimo, mere pezze d’appoggio per altri libri e vanno dunque esclusi da un uso semplicemente documentario, per essere piuttosto inseriti a pieno titolo tra le sue prove migliori (in una lettera ad Alessandro Bonsanti del 1981, a dire il vero poco citata, l’autrice, donando le sue carte, afferma di aver scritto “centinaia, forse migliaia di aforismi” e scritti brevi rimasti inediti). Nei suoi testi, inoltre, a più riprese l’autrice ha affrontato il tema delle piccole bestie, generalmente non viste o non percepite dagli esseri umani e invece da osservare con attenzione, per dare almeno alla letteratura l’opportunità di contestare le strettoie miserevoli di ogni sapere rigidamente precostituito sull’esistente. La mostra Bestie e io poggia su queste due idee e sulla consapevolezza che la scrittura sempre potente e acuminata, sempre vocata alla frantumazione e all’inconclusione di questa autrice sia linfa vitale non solo per i lettori ma anche per artisti in corso. Presenta dunque, oltre alle scritture di Dolores Prato, le opere originali, create per l’occasione, di Nicoletta Calvagna (partiture visive), Francesca Rossi Brunori e Lucamatteo Rossi (opera audiovisiva). Il visitatore è invitato per prima cosa a percorrere l’Isola delle formiche, costruita su una prosa d’ambientazione marina e con doppio finale; di seguito, potrà visitare l’Arcipelago delle piccole bestie, per leggere testi tolti dal più ampio e definito progetto di scrittura per aforismi e frammenti di Dolores Prato, intitolato dall’autrice Io. L’opera audiovisiva Alzare il mondo approfondirà la storia della resistenza nello sguardo e nella scrittura di Dolores Prato quale grande scrittrice d’aforismi in un Novecento, italiano e non solo, poco florido quanto a voci femminili versate in questa forma di scrittura breve. Per finire, sotto un tavolino si potranno pescare due piccoli doni: un passo sul tema delle piccole bestie tratto dalle opere edite di Dolores Prato e un frammento visivo di Nicoletta Calvagna.

DOLORES PRATO

A cura di Elena Frontaloni

in collaborazione con Veronica Formiconi

FRANCO SCATAGLINI

A cura di Stefano Meldolesi

in collaborazione con Diana Caponi e Giulia Pigliapoco

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